Da qualche anno trascuro l'alpinismo per dedicarmi al kayak da mare e sto riscoprendo il mio territorio: dall'acqua è tutto diverso, il kayak ti cattura e scopri che ha un'anima tutta sua. In qualche momento ti manca un po' di adrenalina, ma non è importante perchè esplorazione non è sempre pericolo o rischio, e se prosegui per un po' riesci a scoprire l'immenso lago. Sì perchè, è più facile pensarlo come un lago, con un inizio ed una fine, anche se la fine non si vede mai. Yin e Yang, così si dice e per anni ci ho trovato un certo significato, ma poi, sono "sceso dal tram". Ma dall'acqua è tutto diverso, l'anima del kayak ti parla, ti tiene a galla e riporta in superfice sentimenti e ed emozioni morte e sepolte da anni. La punta della pagaia disegna, disegna un grande Yin e Yang di fronte a te e molti altri più piccoli tutte le volte che lascia l'acqua. Movimenti rotondi e respiro profondo, il kayak non è solo uno sport, è una disciplina. La solita vita, il "tran tran", e qui c'è anche quello che fai la domenica: i soliti posti, la solita gente, bello. Ma oltre c'è il lago, sì, il lago di prima, immenso ma con l'altra riva da qualche parte. Certo che, dall'acqua è tutto diverso, sali sul kayak, entri nell'acqua ed è lì che esci dal solito mondo. Se stai fuggendo da te stesso sul kayak non vai tanto lontano, il kayak è consapevolezza. Quando lasci la riva dell'immenso lago e cammini sulla terra, l'unica acqua che potrai portare con te è quella che sta nelle tue mani e dovrà bastarti per tutto il viaggio.