Guardando dalla finestra dell'ufficio tutta quest'acqua scrosciare in queste
giornate di novembre, i ricordi mi portano ad una calda e limpida serata
estiva di un paio d'anni fa, da un'idea balenata il lunedì durante il
consueto meeting con gli amici del club ci ritroviamo la sera seguente, a
percorrere la strada della val Brembana per una missione notturna sul fiume
Brembo.
Il percorso lo conosciamo benissimo e, confidando nei bagliori di una
splendida notte di luna piena decidiamo di percorrere il tratto da S.
Giovanni Bianco a S. Pellegrino, siamo un discreto gruppetto di canoisti
esperti, frenetici ed ansiosi come fossimo alla nostra prima volta in fiume,
ci avviciniamo all'imbarco con riverenza e le prime pagaiate suscitano in
noi un ilarità spontana e senza motivo particolare, solo dettata dalle
gioia di essere li in quel momento.
La luna putroppo è troppo bassa per illuminarci la via, nel buio ci si
orienta seguendo le creste bianche, talvolta qualche faro di illuminazione
costituisce un punto di riferimento, bellissima la sensazione di pagaiare
nel vuoto, in quel silenzio che ti permette di sentire respirare il fiume,
a volte un onda imprevista ti solleva e ti sposta lateralmente di qualche
metro, non la vedi, la senti.
Ognuno di noi deve controllare chi lo precede e chi lo segue, perdere
qualsiasi cosa stasera potrebbe causare problemi a tutto il gruppo oltre che
essere estremamente pericoloso, l'attenzione quindi è per tutti ai massimi
livelli, nonostante sia estate c'è parecchia acqua dato che un bel temporale
la sera prima ha alzato il livello e questo ci facilita notevolmente le
cose, almeno i sassi da evitare sono la metà.
Le rive di notte diventano un insieme si sagome scure e, se non fosse per
la memoria delle decine di volte che abbiamo fatto questo tratto, sarebbe
difficile capire dove siamo, si gioca poco perchè è difficile, ci si deve
basare quasi esclusivamente sulle sensazioni che la canoa trasmette al
proprio corpo, la corrente ti sposta, ti frena o ti culla, solo che tu la
senti, non la vedi.
Non è stata un impresa da guinnes e nemmeno particolarmente esaltante o
adrenalinica ma, per chi di Voi ha provato a pagaiare di notte se a cosa mi
riferisco, c'è vuoto intorno, galleggi su qualcosa che non vedi, assecondi
e cerchi di aspettarti di tutto, guidi col cuore e non con gli occhi
e........
per chi di Voi che invece non l'abbia ancora provata, aspetti la serata
giusta e la conoscenza tecnica necessaria, scelga un fiume che conosce molto
bene, si attrezzi con tutte le dotazioni di sicurezza e.... in compagnia
dei soliti compagni di pagaia sarà sicuramente qualcosa che porterete sempre
nel cuore!