Raccogliere le idee dopo aver spinto la propria canoa sulle nuove e sulle
consuete acque, è un gesto doveroso per evitare di essere travolti dalla
smania del fare.
Infilare nel mazzo dei ricordi le sensazioni da poco provate per fissarle
a fuoco e poterle ritrovare anche nei giorni meno piacevoli della vita, è
previdenza.
Gongolarsi piacevolmente nelle esperienze appena trascorse in quella
masturbazione rituale del pre-sonno, è perdonabile.
In quello che è il grande gioco della vita lo scivolare sull'acqua è
davvero una mano speciale, è una girandola di colori, è una folla di
volti, una saga di episodi che giostrano con noi al confine dell'irreale.
L'umidità del mattino mi bagna i piedi e lo stomaco brontola in attesa
della colazione, come se già sapesse che sarà la cena la prossima tappa.
Una giornata nuova si apre, ricca di aspettative. La cara amica auto ci
porta con tutto il bagaglio verso l'imbarco, senza di lei ben poco sarebbe
fattibile. Intanto la mente ripassa le informazioni e il collo si allunga
dal finestrino per carpire l'umore del fiume. Più tardi mancherà il tempo
per occuparci dei nostri pensieri la follia del ballo ci stordirà nella
sarabanda della discesa.
Alla sera la tenda ci aspetta e con lei il piacere di rivivere le pagaiate
di acqua pura come lenimento ai consueti e non dolori del corpo e
dell'anima.