Definire la paura non è facile, questa sensazione che ci accompagna dal
nostro affacciarci al mondo e che spesso è il motore delle nostre azioni,
quando crediamo di conoscerla ci sfugge come un'anguilla.
Pane di ogni canoista nell'affrontare una nuova discesa, un passaggio
delicato, una situazione nuova di vita; spesso le dobbiamo la vita,
spesso ci impedisce di essere quello che vorremmo.
L'avere paura non è un demerito, lo è non saperla controllare, scadere nel
panico, essa ci è utile per riflettere, per concentrarci, per non sentire
dolore e freddo.
La paura lascia dietro di sè una traccia, una sensazione forte di
ricordo: se piacevole, ci spingerà in futuro a ricercarla; se angoscioso
ci porterà a fuggire situazioni analoghe.
Molti sports devono parte del loro successo a questo, con rispettive
varianti: l'arrampicata senso del vuoto del cadere, così il paracadutismo
o il più di moda bungee jumping; la speleologia al chiuso alla
sensazione claustrofobica; gli sports d'acqua a quella di annegare;
addirittura alcuni film del genere horror trovano i loro spettatori
facendo leva sullo strascico gradito di questa sensazione.
Nella vita il saper gestire questa sensazione è fondamentale ci permette
di scoprire il nuovo, di spostare i nostri limiti in avanti, di capire
quando è meglio desistere. Il non saperlo fare può portare a gravi
conseguenze o a croniche fobie.
Pertanto allenatevi, giocate con essa, preparatevi a gestirla in barca
come in ogni altra circostanza, cercate la misura adatta a voi senza
sopravvalutarvi; è sempre meglio dominarla che farsi dominare, bella
scoperta!.