di Roberta Tondini
Vogalonga. 2007
Equipaggio Femminile con Susanna per la Vogalonga 2007, 30 km nell’acqua della laguna Veneta, partenza da Piazza San Marco ed arrivo alla chiesa dalle Salute, secondo me non a caso.
betta e susy
Ad accompagnarci in quest’avventura Massimo e Laura, Roberto e Salvatore reduci dalla Gardalonga e da altre maratone in canoa.
Per me è il battesimo nella specialità.
Il Sabato sera studiamo il percorso ed il modo migliore per raggiungere la partenza.
Sveglia ore 6,30 della domenica, è l’alba ed il tempo è ancora incerto, prima delle otto e mezza siamo in acqua al parcheggio del tronchetto, mezz’ora di pagaiata, riscaldamento e ritrovo in San Marco pronti per la partenza ufficiale.
Da qualsiasi parte ci si giri ci sono imbarcazioni, dai Kayak da mare singoli, alle sitontop, le bellissime dragon boat con timoniere e addetto al tamburo per il ritmo, le imbarcazioni tipiche di laguna con i lunghi remi di legno.
Prese alla sprovvista quasi non sentiamo la salva di cannone che,alle nove in punto, fa partire i remi e le pagaie, l’inizio è concitato anche noi cerchiamo di stare al ritmo delle barche più veloci, le onde si fanno più grosse e c’è corrente, Susanna corregge i miei errori di pagaiata, man mano che maciniamo i chilometri ci coordiniamo e riusciamo ad affrontare le curve con maggior precisione.
Chiacchierando, osservando e salutando i vicini di fatica arriviamo alla pittoresca Burano, con le case colorate, i chioschi e le bancarelle, spuntino in barca e osservando la cartina ci rendiamo conto con una certa felicità di essere a metà percorso.
In sottofondo si sentono i tamburi delle dragon boat, e il loro ritmo si sovrappone a quello dato dai timonieri delle barche da canottaggio.
Memori delle spiegazioni dei veterani per i quali la parte peggiore è l’uscita dall’isola di Giudecca, ormai lontana, siamo abbastanza cariche.
Usciamo da Burano non prima di aver mangiato un panino e bevuto un bicchiere di vino offerto da una stupenda imbarcazione ristoro.
Ci “incamminiamo” verso Murano, altri 10 km attraverso San Giacomo in Palude, il sole è limpido e alto, il mare tranquillo, e non c’è vento, una condizione ideale, qualche appassionato è ai margini del percorso ad applaudire i partecipanti.
Siamo ancora fresche ma le mani iniziano a risentire dell’acqua calda e salata in cui sono quasi immerse e decidiamo di allentare un pò il ritmo, passiamo per le vetrerie di Murano, osserviamo le sue case e le sue vie d’acqua, siamo ancora sorridenti e chiacchieriamo continuamente, siamo al 23 km, ne mancano solo sette.
Improvvisamente abbiamo l’apparizione di Renzo Porzio con i capelli di Giangi che ci pagaia a fianco, impossibile pensiamo, qualche signore ci chiede se siamo al secondo giro, o da dove veniamo, ci rendiamo conto da sole che la nostra freschezza sta iniziando a venire meno, facciamo qualche pausa per bere e rilassarci, tra le risate e con un po’ di fatica rientriamo nel canal grande per gli ultimi tre km.
Lo spettacolo delle imbarcazioni in fila per passare sotto i ponti, le persone che applaudono dai bar, dalle vie, dalle finestre delle abitazioni, fa scomparire tutta la stanchezza, siamo felici e riusciamo, in prossimità di rialto a fare uno sprint.
Rialto è gremita di gente, stanno fotografando ed applaudendo, vicino ci sfilano le gondole dei turisti, passiamo davanti alle case più famose di Venezia Cà Rezzoni, Palazzo Grassi, la Cà Dario, e poi ecco che si apre alla nostra sinistra Piazza San Marco.
C’è confusione chi ha finito la regata si incrocia con chi la sta concludendo, c’è chi brinda, chi si ferma alle fermate dei vaporetti a parlare con amici vecchi o nuovi, la scalinata della Salute è invasa dalle canoe e dai canoisti in riposo.
Uno spettacolo affascinante, un fiume o meglio una marea di barche multicolori, e la gente che applaude e accoglie tutti come campioni.
Con lentezza ritorniamo verso il tronchetto dove ci aspettano gli amici, tra i partecipanti abbiamo incrociato parecchi stranieri soprattutto ungheresi e francesi, è stato realmente faticoso portare a termine la “Vogata” ma veramente un’emozione soprattutto l’ingresso in San Marco e la vista di imbarcazioni a remi a perdita d’occhio.
Grazie Susanna per i consigli sulla pagaiata di lungocorso, e per le risate durante tutto il percorso.
Roberta
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