Kayak In USA 2007

Testo e foto Roberta Tondini

 

 

 

 

I ripetuti inviti da parte di Pamina, hanno convinto, senza troppe difficoltà, me e Sabrina a passare le nostre vacanze nel Nord Est degli Stati Uniti.

Destinazione New York ed i fiumi del Maine, nel mese di Agosto vengono garantiti parecchi rilasci con livelli più che ottimi anche in assenza di precipitazioni.

L’arrivo a New York è emozionante, anche per il non trascurabile particolare di essere senza bagaglio, si gira con il naso all’insù, i vetri dei grattacieli rifletteno il cielo, e la statua della Libertà è un punto obbligatorio da cui passare.

L’accoglienza di Pamina e Cristiano ci fa sentire come a casa, cene in famiglia e chiacchiere la sera, compresa la passeggiata per i viali con il cane di casa.

Un paio di giorni di acclimatamento ed è tempo di partire per la nostra prima meta canoistica, il “Rapid River” nel nord ovest del Maine al confine con il New Hampshire.

La comitiva si allarga ed oltre alle “Italian Ladies” conosciamo Jen, la bibbia vivente dei fiumi del NordEst americano ed ottima organizzatrice dei nostri WE canoistici, David, bibbia dei ristoranti del NordEst americano, David R., Bruce, e Wayne.

A notte inoltrata arriviamo ad Errol (NH), i cartelli che avviso di fare attenzione alle alci si sprecano, e sebbene noi non ne abbiamo vista nessuna, Jen e David assicurano che ne abbiamo incrociate, mentre David R e Wayne hanno investito un’alce rimasta miracolosamente illesa.

La mattina successiva ci svegliamo in un paesaggio da favola, la nebbia riveste le immense pinete, i rumori sono quasi assenti si prospetta una giornata limpida e calda.

Dopo un’ora di Shuttle ci imbarchiamo esattamente sotto la diga che rilascia acqua nel “Rapid River”, è impressionante il fiume è immenso, l’acqua calda e bruna i sassi scuri, le rapide si mantengono sul III grado, le onde da gioco si susseguono, ed il paesaggio circostante è da cartone animato, foreste immense, nessun rumore e aquile calve che volano sopra le nostre teste.

Il fiume sfocia nel Lago Umbagog, è talmente vasto che vi sono ramificazione ovunque, isole nel suo centro e le immancabili aquile appollaiate sui rami, per tornare allo sbarco ci servirà un’ora abbondate di barca a motore.

Oltre ad avermi lasciato a bocca aperta per la sua vastità, e perché era il mio primo fiume in nord america, la particolarità è stata imbarcarsi in New Hampshire e sbarcare nello stato del Maine, pare che sia normale da queste parti.

Dopo la discesa ci siamo trasferiti a West Forks nodo importante nel Maine e punto di partenza per gli altri due fiumi denominati “le perle del Maine”.

Il Dead River ed il Kennebec.

Il Dead è un fiume tranquillo, percorso sia dai Kayak che dalle canoe aperte nonché dagli immancabili rafting e cataraft, la discesa è di circa 21 chilometri, ed alle rapide, mai eccessivamente impegnative, a parte qualche buco poco amichevole, si inframmezzano tratti di acqua tranquilla, il paesaggio è però talmente pittoresco che non ci si accorge quasi.

Le prime due discese sono state la prova per i nostri accompagnatori per portarci sul più spettacolare dei fiumi da noi percorsi, le gole del Kennebec.

Mentre si scende la lunga scalinata che conduce all’imbarco ci si rende immediatamente conto di quanto bello sia il paesaggio, la gola è molto profonda, la roccia anche qui è scura ed è fitta la vegetazione, come di consueto ci si imbarca esattamente sotto la diga e da li si inizia una cavalcata fra onde e buchi che culmina in “Big Mama” un’onda alta fino a 3 mt, quando siamo scesi noi era alta circa due metri, poi si passa “The Cathedral” un treno di onde molto turbolente, paragonate ai passaggi del Gran Canyon, che culmina in un anfiteatro di roccia.

Le morte del fiume ribollono costantemente, e si formano buchi e giri d’acqua soprattutto in prossimità delle rive, l’acqua corre veloce e crea contro la roccia una “risacca” simile a quella del mare.

Una particolarità del fiume è di essere esclusivamente alimentato dall’acqua proveniente dalla diga, e che appena la centrale chiude i “rubinetti” l’acqua scende velocemente.

L’ultima rapida, caratterizzata da due buchi “Magic e Maytag” cambia a vista d’occhio a seconda del livello d’acqua, l’abbiamo scoutata scegliendo una linea, in meno di 5 minuti e mentre la percorrevamo la linea era cambiata radicalmente.

Finito il We finisco le discese e con un veloce saluto agli “americani” che torneranno a New York, Io e Sabrina iniziamo il nostro girovagare per il Maine dirigendoci verso Nord Est.

Visita a Bangor, foto alla casa di Stephen King, e poi verso Calais, al confine con il Canada, per una crociera di Whale Wathcing e per vedere il più grande “Whirpool” dell’emisfero di NordEst.

Di balene ne avvistiamo parecchie sono “Minke Whale” non enormi ma amichevoli, e che si lasciano vedere e fotografare in abbondanza, così come le otarie che nuotano e riposano in quelle acqua così fredde.

Per riscaldarci dalla pioggia e dal freddo ci dirigiamo verso l”Acadia National Park”, la giornata è stupenda fa caldo, il mare è tranquillo, ci sono paesaggi mozzafiato, tantissimi le barche a vela che solcano l’oceano.

Da queste parti le Alci non si vedo ma l’aragosta fa la parte del leone, la si mangia ovunque ed in tutti i modi, ottima se appena pescata e bollita al volo al porto.

Una caratteristica della costa del Maine sono i fari, molti di loro ancora funzionanti, indubbiamente il più bello è quello di Portland, ci si avvicina via terra con una lunga passeggiata in un parco ben curato.

Lasciamo il Maine per dirigerci verso Boston, città bellissima, ricca di storia, li venne letta la dichiarazione di indipendenza, c’è il “freedom trail”, percorso di mattoni rossi che porta i turisti attraverso la città ed i luoghi di interesse.

E’ anche la casa dei Boston Red Sox, squadra di baseball quasi osannata, dei semafori che fanno il conto alla rovescia, e del mitico “Duck Tours”. Riutilizzando mezzi anfibi della seconda guerra mondiale, i turisti vengono portati a spasso per la città e attraverso il Charles River per rivivere i momenti più importanti della storia del paese e della città.

Di li ci dirigiamo per il secondo WE di canoa sul fiume Deerfield, situato sul Mohawk trail, anche qui la natura la fa da padrona, campeggiamo in un parco nazionale, tra alberi centenari, e con l’avvertenza di non disturbare gli orsi.

Ci raggiungono oltre a Pamina e Cristiano anche “Steve” Costa e la sua fidanzata Pippa, e tutti gli amici dell’AMC.

Abbiamo percorso il tratto più divertente del fiume  il Dryway, imbarco ormai dall’immancabile diga, che rilascia acqua fredda, al contrario delle precedenti occasioni, l’acqua viene presa dal fondo del lago per cui è fredda.

Il fiume è un susseguirsi di passaggi più manovrieri rispetto alle precedenti discese, le rapide diventano man mano più difficili con il percorrere il fiume, viene usato come fiume scuola, per l’abbondanza di spot, e di passaggi in cui fare esercizio.

I passaggi sono mediamente di III tranne gli ultimi due che vengono dati di IV grado,sono i  due passaggi più belli, “Dragon Thoot” e “Labirynt”.

A metà della prima rapida un buco molto chiuso sulla destra del fiume obbliga ad un passaggio sulla sinistra li si crea un’onda potente che da quasi l’impressione di schiaffeggiare quando la si passa.

Il secondo passaggio “Labirynt” è meno spettacolare ma più impegnativo, ci sono un paio di buchi da evitare ed un sifone da lasciarsi alle spalle, la visuale è poi resa difficoltosa dai massi, che impedisco la visione completa.

Abbiamo scoperto solo in seguito che Labirynt si forma solo occasionalmente con particolari livelli di acqua la fortuna ci ha aiutate, Pamina che abitualmente percorre il fiume non aveva mai trovato questa rapida così vivace.

Ci rimane il tempo di visitare Springfield in cerca di Omer, e di salutare Newport per poi imbarcaci verso casa con una decina di nuove pagaie comprate per l’occasione.

Il NordEst Americano ci ha riservato dei fiume incantati e dei paesaggi meravigliosi i ricordo sono tanti, certo è che i racconti di Pamina sui fiumi del WestVirginia fanno già sognare una nuova “missione” da quelle parti.

Un grazie a Pamina per la pazienza e le lezioni che mi ha dato in fiume.

A Jen, David, David R, Wayne Bruce e tutti gli altri amici dell’ AMC per il caloroso benvenuto, e per tutte le informazioni che ci hanno dato sui fiumi e non solo.

E come dimenticare la compagna di avventura la Zia Sabry che oltre a quanto sopra ha sopportato anche la giornata sulle montagne russe

Betta

Le foto di Pamina

http://picasaweb.google.com/paminav/Maine

Tutte le foto

FIUMI DISCESI

Tutti i fiumi da noi discesi sono stati discesi grazie ai rilasci programmati da dighe le date sono riportate nel sito americanwhitewater.org, o contattando i numeri di telefono delle dighe

 

RAPID RIVER – stato del Maine

TRATTO Pond in The River / Lake Umbagog circa 3,5 miglia

CFS rilasciati circa 1300

Imbarco nello stato del New Hampshire – Sbarco nello stato del Maine

Indispensabile uno shuttle per l’imbarco (circa un’ora e trenta dalla città di Errol per strade sterrate) e di una barca allo sbarco (alla fine del fiume si entra nel lago Umbagog per ritornare ad Errol traversata di circa un’ora e trenta)

Difficoltà III (viene dato come III/IV per l’impossibilità di prestare assistenza in caso di infortunio)

Circa a metà del percorso spot da gioco molto bello

 

DEAD RIVER – stato del Maine

TRATTO Spencer Falls to West Forks circa 16 miglia

Imbarco anche in questo caso è opportuno imbarco tramite shuttle è possibile rivolgersi ad una base rafting /campeggio a West Forks

“Riverdrivers whitewater rafting – campeggio- tel 1-866-748-7378”

Lo sbarco avviene direttamente in campeggio

Difficoltà II/III fiume molto largo e giocoso parecchie onde da gioco per tutto il fiume

 

KENNEBEC – stato del Maine

TRATTO – KENNEBEC GORGE – da Harris Station Dam a Carry Brook

Circa 3,5 miglia

CFS rilasciati circa 2400

Non sono necessari shuttle per imbarco, ma per poter parcheggiare in prossimità della diga è necessario compilare un permesso di ingresso nella stazione di controllo a pochi minuti dall’imbarco, lo sbarco è sulla via appositamente denominata “Take Out”

Sia all’imbarco che allo sbarco due lunghe scalinate portano al fiume

Difficoltà IV per le tantissime onde e qualche buco e l’impossibilità una volta entrati in gola di uscirne

 

DEERFIELD – stato del Massachusses – sulla Mohawk trail

TRATTO il Dryway – dalla diga di Monroe alla diga successiva

Difficoltà III  /IV

Circa 3 miglia

CFS rilasciati circa 900

Anche in questo fiume parecchie opportunità di spot /onde da gioco

La nota negativa è per i tanti gommoni che lo percorrono periodicamente

 

Maggiori Informazioni:

www.americanwhitewater.org

le descrizioni dei fiumi sono messe da canoisti per cui i gradi di difficoltà sono soggettivi ma abbastanza reali.

In genere le descrizione delle rapide o passaggi sono accurate, in alcuni casi le descrizioni dei fiumi sono tradotte anche in italiano

 

 

Altre foto BRIANZATOUR

 

 

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